Carta dei Servizi

 

LA MISSIONE



Dalla Costituzione Italiana alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del fanciullo emerge l’idea del bambino come portatore di diritti inalienabili: diritto alla vita, all’educazione, all’istruzione, al rispetto dell’identità individuale, etnica, linguistica, culturale e religiosa.

I minori accolti nella Comunità spesso non godono, ad eccezione di quella giuridica, di una protezione e tutela che siano realmente rappresentative delle loro necessità. Il personale che svolge attività, sia volontaria che retribuita, all’interno della casa-“Familia”, si fa moralmente responsabile di proteggerli e difenderli, cercando di prevedere e prevenire qualsiasi atto o situazione che comprometta la salute globale del bambino.

Le finalità educative e gli strumenti utilizzati devono essere conosciuti, compresi e condivisi da tutti coloro che, a vario titolo, collaborano con la comunità.

In un mondo globalmente interattivo la qualità della vita del bambino è strettamente vincolata, in generale, a quella della comunità e in particolare a quella degli adulti di riferimento. Le azioni che sono state compiute dai nostri progenitori hanno determinato in parte il nostro mondo e quelle che noi stessi compiamo oggi, resteranno in parte, come eredità, ai figli dei nostri figli.

L’identità culturale dell’uomo si forma da un complesso intreccio di influenze e lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento interessano ed agiscono, in diverso modo, lungo tutto l’arco della nostra esistenza. I comportamenti e i valori appresi nell’infanzia restano comunque determinanti per porre le basi dalle quali saranno costruiti gli atteggiamenti che a loro volta, i bambini divenuti adulti, terranno verso se stessi e gli altri. Il recupero, la cura e l’educazione dei minori provenienti da situazioni di disagio è attuata ricercando modalità preventive e risolutive che permettano di interrompere il ciclo dell'assistenza e l'acquisita ereditarietà come "famiglia multiproblema".

Nella comunità familiare sono accolti quei bambini per i quali l’ambiente di vita familiare e sociale nel quale si sono trovati a crescere costituisce un serio pregiudizio per l’armonico sviluppo della loro personalità.


         Tre sono i principi base su cui la Casa Familia  poggia i suoi interventi:


Il bambino deve sentirsi accolto: nella casa Familia sono particolarmente curati l’accoglienza, l’ascolto dei suoi bisogni e la cura dell’atteggiamento che l’adulto mantiene, fiducioso nello sviluppo positivo delle potenzialità che ogni bambino possiede.

Accoglierlo vuol dire preparare un piccolo spazio protetto dove possa finalmente rilassarsi e trovare la condizione che gli permetta di iniziare a comprendere da sé ciò che lo circonda e che lo riguarda.

Imparare ad ascoltare cosa dice significa innanzitutto rispettare i suoi tempi ed i suoi modi, permettendogli di comunicare.

Il bambino osserva le azioni degli adulti e da esse, non dalle sue parole, stabilisce i principi del bene e del male, del corretto, del giusto. Il bambino risponde al modo in cui noi ci rivolgiamo a lui. Il nostro atteggiamento e stile di vita diventano quindi un modello etico e la coerenza mantenuta nelle parole e nei fatti, fa stabilire l’accettazione o non della nostra autorità da parte del bambino.


Il bambino è collaborativo. Il bambino che cresce in un ambiente sano tende normalmente a collaborare con l’adulto e la soddisfazione che è espressa nei suoi confronti agisce come rinforzo positivo e lo incoraggia nell’azione. Riconoscere e rivalutare l’identità del bambino al di là del suo status di figlio e al di fuori dell’appartenenza ad una famiglia, può fargli riconquistare il gusto di vivere, di apprendere, di appartenere.

Il bambino è accompagnato nel processo di sviluppo di una coscienza critica nei confronti della realtà affinché raggiunga il più possibile un’autonomia personale. L’educazione alla cura di sé, l’interiorizzazione delle regole sociali, l’acquisizione di capacità scolastiche e occupazionali, diverranno quindi allo stesso tempo mezzo e obiettivo.

Nel periodo evolutivo la formazione dell’individuo avviene intensamente e in un ambiente del tutto creato e dipendente dalla società degli adulti, costruire un ambiente adatto alla crescita determina la possibilità di porre il bambino nella condizione di comprendere il più possibile da se stesso.


Il bambino è creativo e per sviluppare il suo potenziale creativo, i suoi talenti, bisogna appunto saperlo ascoltare, lasciargli spazio, accettare i suoi tempi. Questo perché la creatività non è un concetto imprigionabile nei momenti stabiliti alla sua dimostrazione, ma una caratteristica comportamentale che si esprime all’interno del quotidiano in ogni momento: nel lavarsi, nel mangiare, nell’affrontare la scoperta del mondo, nei piccoli compiti domestici, nelle relazioni con gli altri.


Il diritto del bambino di crescere nel rispetto reciproco all’interno della propria famiglia d’origine, affidataria o adottiva, è fondamentale e ogni qualvolta sarà ritenuto possibile, su proposta dei servizi territoriali e concordando un piano di lavoro, si opererà per il rientro del minore nella sua famiglia naturale, o per l’inserimento in una famiglia affidataria o adottiva.

Gli interventi educativi sono basati sul bilanciamento tra contenimento e comprensione dei comportamenti problematici e sintomatici dei minori, con particolare attenzione al garantire un adeguato controllo sulle possibili interazioni problematiche. Oltre le quotidiane funzioni di accudimento, sostegno e cura, la comunità opera in accordo con i “Requisiti di “qualità” dei centri residenziali che accolgono minori vittime di maltrattamento e abuso” definiti dal CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia).

Per ulteriori informazioni si rimanda al Progetto Educativo Generale.